Le Belemniti sono cefalopodi oggi estinti tipici dei
depositi marini del Giurassico e del Cretacico. I resti fossili sono costituiti
da una conchiglia interna che può essere divisa in tre parti: il rostro, il
fragmocono e il proostraco.
Il rostro è cilindrico, spesso appuntito o clavato,
costituito da calcite con prismi collocati radicalmente rispetto all’asse
longitudinale. E’ la parte che più frequentemente si ritrova fossilizzata, con
forma allungata simile ad un sigaro. Possono esserci sia forme slanciate che
tozze o appiattite, a volte ornate nelle diveserse specie con granulazioni o
solchi laterali o ventrali. La parte superiore del rostro presenta una
depressione conica detto alveolo entro cui si alloggia il fragmocono.
Sezionando il rostro è inoltre possibile vedere anelli concentrici che
rappresentano i diversi stadi di crescita dell’animale.
Il fragmocono è una struttua aragonitica di forma conica
divisa in camere da setti concavi attraversati da un sifone ventrale. Negli
esemplari meglio conservati è spesso visibile la parete conica esterna definita
conoteca. Il fragmocono si conserva raramente rispetto al rostro e spesso si
ritrova isolata.
Il proostraco è una lamina sottile che si allunga dalla
parte dorsale della conoteca ed è costituita da sostanza cornea incrostata da
aragonite. A causa della sua fragilità il proostraco si rinviene molto
raramente alla stato fossile.
Belemnite inglobato nella roccia. |
Esempio di belemnite sezionato e lucidato.
Paleozoico del Marocco.
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Secondo gli studiosi la prova che le belemniti fossero
conchiglie interne ci viene dal fatto che nella conchiglia manca una camera di
abitazione e che sono inoltre presenti delle impronte di inserzione muscolare
sulle pareti esterne di alcuni rostri. Inoltre si sono trovate rare impronte
fossilizzate in alcuni giacimenti giurassici della Germania e dell’Inghilterra
che mostrano come la conchiglia fosse circondata dalle parti molli.
Da tali rari fossili si è potuto vedere come le belemniti fossero
animali simili alle seppie e ai calamari attuali, con otto o a volte sei
tentacoli. Erano dei buon nuotatori e vivevano in acque aperte e in zone
costiere predando probabilmente pesci e crostacei spostandosi in branchi il che
spiegherebbe notevoli accumuli di rostri in alcuni affioramenti giurassici. Potevano
essere a loro volta predate come dimostrano alcuni fossili di squalo in cui
sono stati ritrovati nello stomaco numerosi rostri. La conchiglia interna
svolgeva diverse funzioni: infatti mentre il proostraco sosteneva e proteggeva
le parti molli, il rostro fungeva da contrappeso e da attacco dei muscoli. Il
fragmocono invece aveva una funzione idrostatica in quanto nelle camere era
probabilmente contenuto del gas.
Sembra che le beleminiti derivino da forme paleozoiche con
la conchiglia esterna quali l’Orthoceras,
dalle quali si svilupparono successivamente forme con la conchiglia sempre
più ridotta che diverrà poi interna nelle specie mesozoiche. Le prime forme
triassiche quali Aulococeras sviluppano
il fragmocono mentre il rostro diviene piccolo. Nel giurassico invece si ha un
processo evolutivo opposto sviluppandosi il rostro e riducendosi il fragmocono.
Le belemniti si estinguono alla fine del Cretacico tranne i Neobelemnitidi che
si svilupparono nei mari europei fino all’Eocene.
Sono state ritrovate in tutti i
sedimenti marini con faune boreali di acque fredde e faune tipicamente tetidee
di acque più calde. La loro grande distribuzione permette di fare correlazioni
su scala globale e inoltre per
la loro abbondanza nel record paleontologico vengono utilizzati per ricostruire
le condizioni ambientali del passato quali le paleotemperature dei mari.Orthoceras lucidata. Siluriano, lunghezza 2 cm. |
Belemnite del Triassico. Grecia, lunghezza 4,5 cm. |
Autore Dario M. Soldan
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