venerdì 12 luglio 2013

I microfossili

La paleontologia,studiando gli esseri viventi del passato, gioca un ruolo importante nell’ambito culturale in quanto consente la ricostruzione di una parte dell’evoluzione biologica e terrestre degli ultimi 500 milioni di anni. Fino a poco tempo fa la paleontologia di identificava solo con il ritrovamento di grandi vertebrati (dinosauri e mammiferi), molluschi (principalmente ammonoidi) e ad altri macrofossili.
Tuttavia nelle nella maggior parte delle successioni stratigrafiche di qualsiasi età, i macrofossili si ritrovano in modo sporadico, in modo discontinuo essendo anche legati a particolari ambienti. Tutto ciò non permette la correlazione tra le diverse successioni stratigrafiche-
Fortunatamente, grazie ai microfossili è stato possibile superare questi problemi ed a costruire schemi stratigrafici  molto precisi, migliorando la risoluzione rispetto a zone stratigrafiche basate su macrofossili. In particolare sono molto utili i foraminiferi e i nannofossili soggetti ad una rapida evoluzione; inoltre hanno un’ampia distribuzione, essendo trasportati dalle correnti e sono abbondanti alle medie e basse latitudini. I vantaggi dei microfossili sono in primo luogo di essere generalmente presenti in tutti gli strati di una successione secondo di poter essere studiati con piccoli quantitativi di campione essendo abbondanti.


Nannofossile del Paleocene.
Praemurica praecursoria, foraminifero planctonico del Paleocene.

I principali gruppi studiati in ambito stratigrafico sono i seguenti:
1) Foraminiferi (principalmente i planctonici), protisti a guscio calcareo, dal Cretacico all’Attuale;
2) Nannofossili calcarei (Coccolitoforidi), alghe unicellulari, dal Giurassico all’Attuale;
3) Conodonti, parti fosfatiche di proto cordati, dal Paleozoico al Triassico;
4) Diatomee, alghe unicellulari con frustoli silicei, dal Cretacico superiore all’Attuale;
5) Radiolari, protisti a guscio siliceo, dal Giurassico medio all’Attuale.


 
Conodonte del Triassico.
Radiolare dell'Eocene.






Autore: Dario M. Soldan




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