La
paleontologia,studiando gli esseri viventi del passato, gioca un ruolo
importante nell’ambito culturale in quanto consente la ricostruzione di una
parte dell’evoluzione biologica e terrestre degli ultimi 500 milioni di anni.
Fino a poco tempo fa la paleontologia di identificava solo con il ritrovamento
di grandi vertebrati (dinosauri e mammiferi), molluschi (principalmente
ammonoidi) e ad altri macrofossili.
Tuttavia
nelle nella maggior parte delle successioni stratigrafiche di qualsiasi età, i
macrofossili si ritrovano in modo sporadico, in modo discontinuo essendo anche
legati a particolari ambienti. Tutto ciò non permette la correlazione tra le
diverse successioni stratigrafiche-
Fortunatamente,
grazie ai microfossili è stato possibile superare questi problemi ed a
costruire schemi stratigrafici molto
precisi, migliorando la risoluzione rispetto a zone stratigrafiche basate su
macrofossili. In particolare sono molto utili i foraminiferi e i nannofossili soggetti
ad una rapida evoluzione; inoltre hanno un’ampia distribuzione, essendo
trasportati dalle correnti e sono abbondanti alle medie e basse latitudini. I
vantaggi dei microfossili sono in primo luogo di essere generalmente presenti
in tutti gli strati di una successione secondo di poter essere studiati con
piccoli quantitativi di campione essendo abbondanti.
Nannofossile del Paleocene. |
Praemurica praecursoria, foraminifero planctonico del Paleocene. |
I
principali gruppi studiati in ambito stratigrafico sono i seguenti:
1)
Foraminiferi (principalmente i planctonici), protisti a guscio calcareo, dal
Cretacico all’Attuale;
2)
Nannofossili calcarei (Coccolitoforidi), alghe unicellulari, dal Giurassico
all’Attuale;
3)
Conodonti, parti fosfatiche di proto cordati, dal Paleozoico al Triassico;
4)
Diatomee, alghe unicellulari con frustoli silicei, dal Cretacico superiore
all’Attuale;
5)
Radiolari, protisti a guscio siliceo, dal Giurassico medio all’Attuale.
Conodonte del Triassico. |
Radiolare dell'Eocene. |
Autore: Dario M. Soldan
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